mercoledì 29 aprile 2009

L'abruzzese Margiotta "sfiorato" dal terremoto"dal giornale di vicenza"



CALCIO SERIE B. NATO IN VENEZUELA, È ORIGINARIO DELLA ZONA DEVASTATA DAL SISMA E HA UNA STORIA DA RACCONTARE
È stata lesionata dalle scosse la casa dei genitori a Raiano, vicino all'Aquila ma loro sono scampati alla paura: erano partiti poche ore prima per Vicenza
.Raiano e vicino L'Aquila come Vicenza e Verona più o meno
L'Aquila è la città devastata dal terremoto, Raiano è il paese di Massimo Margiotta, il Gladiatore del Vicenza, soprattutto è il paese di papà Salvatore e mamma Crescenza che lì hanno la casa. Vuota, per fortuna, domenica notte, quando la scossa fatale ha inghiottito le case e le vite, tante vite, troppe. Ieri, nel giorno del lutto nazionale, dei funerali delle vittime, dell'Italia ferma, compresa quella del calcio, per unirsi al cordoglio e allo strazio, a casa Margiotta, quella vicentina di Massimo, la televisione è rimasta sempre accesa. Come in tutti questi giorni in cui papà e mamma del bomber hanno vissuto e condiviso attraverso le immagini il dolore della loro gente. Una Pasqua davvero diversa per Margiotta, Pasqua con i suoi, per fortuna, scampati alla paura e al pericolo.
«Papà e mamma li avevo fatti salire da Raiano a qui sabato scorso. Meno male, così non hanno sentito il terremoto, non hanno subito quello choc» ricorda l'attaccante biancorosso. Questione di ore, è il destino, in questo caso benevolo. «Eh sì, lì a Raiano ho comunque parenti, zii e nonni: siamo in contatto continuo, ci hanno detto tutto in questi giorni, un'esperienza drammatica».
E la casa di Raiano?
«Lesionata, sembra in modo non grave per fortuna, ma dobbiamo andare a vedere, non appena sarà possibile».
Il paese quanti abitanti ha?
«Tremila, ci si conosce tutti».
Ed è stato molto colpito dal terremoto?
«Nelle strutture delle case, dei palazzi, degli edifici pubblici sì, ci sono danni che ora vanno verificati. La maggior parte, direi il 60-70 per cento, sono di vecchia costruzione e quindi hanno risentito delle scosse».
Ci sono state anche vittime?
«Una sì, purtroppo, ma non in paese: una ragazza di 22 anni di Raiano che era studentessa all'Aquila ed è morta lì, è venuta giù l'abitazione in cui viveva in affitto».
Sapeva chi era?
«Sì, la conoscevo, conosco la sua famiglia, il nostro è un paese piccolo, mi è tanto dispiaciuto. E per fortuna parecchi ragazzi di Raiano che sono universitari all'Aquila non c'erano la notte del terremoto perché avevano lasciato la città per le vacanze pasquali».
Torniamo a casa sua, o meglio, dei suoi genitori.
«No, no, quella continua ad essere anche casa mia, io torno lì infatti tutte le volte che vado a trovarli e ci passo qualche periodo durante le vacanze d'estate».
Doveva andarci pure adesso, per Pasqua?
«Proprio quella era l'idea: avevo fatto salire papà e mamma a Vicenza perché il programma era poi di tornare a Raiano tutti insieme a fare Pasqua».
E invece purtroppo...
«È successa questa tragedia e ora non se ne parla neanche, un po' perché prima voglio vedere anch'io com'è messa la casa, un po' perché queste scosse continuano e poi noi abbiamo la bambina piccola... no, non è il caso».
Quella di Raiano era ed è, perché è rimasta in piedi per fortuna, la casa da cui papà Salvatore Margiotta partì per il Venezuela, dove aveva avviato un'azienda nel settore del legno e dov'è nato, a Maracaibo, Massimo il Gladiatore, per questo anche nazionale venezuelano, visto che ha doppia cittadinanza. Dopo alcuni anni però, soprattutto per la nostalgia di mamma Crescenza, la famiglia è tornata in Italia, a Raiano appunto, terra d'Abruzzo oggi così martoriata.
«È terribile, io un terremoto non l'ho mai vissuto e ringrazio il cielo che i miei genitori erano qui con noi domenica notte: i nostri parenti ci hanno raccontato tutto al telefono, ma un conto è sentirlo e un altro viverlo. Già così siamo stati un bel po' scossi da quanto è accaduto, figurarsi se mamma e papà fossero stati giù quella notte».
Massimo Margiotta coinvolto in prima persona in questa dolorosissima vicenda, è d'accordo più degli altri sullo stop alla serie B nel giorno di lutto nazionale.
«Giustissimo così, doveroso. Ma ve l'immaginate come sarebbe stato giocare e magari poi gioire o imprecare per un gol fatto o negato nel giorno dei funerali di tante vittime? No, sarebbe stato troppo stridente, improponibile».
E dopo l'ora del dolore ci sarà quella della ricostruzione: gli aiuti arrivano da tutta Italia.
«Da abruzzese sono contento di vedere tanta solidarietà, farò qualcosa anch'io per quel che posso». MA.MA. Massimo Margiotta ha 31 anni ed è rientrato al Vicenza l'estate scorsa dal Frosinone, nell'operazione in cui ha compiuto il percorso inverso il difensore Giubilato.
Il Gladiatore, com'è soprannominato il centravanti nato a Maracaibo, in questa stagione ha collezionato finora 28 presenze ma ha giocato solo 499 minuti.
L'apparente contraddizione si spiega semplicemente con il fatto che Margiotta è quasi sempre subentrato a partita in corso, anzi negli ultimi minuti.
Appena due le partite in cui è partito titolare, entrambe pareggiate: 1-1 in casa con il Cittadella e 0-0 in trasferta a Modena con il Sassuolo.
Difficile scalzare un attaccante del valore di Bjelanovic, eppure il Gladiatore ha saputo ricavarsi il suo spazio. Anzi, è nata la zona-Margiotta, visto che ha segnato tutti e 3 i suoi gol nel finale di partita, l'ultimo al 95' su rigore a Livorno

1 commento:

Giorgie de la Piazze ha detto...

Braue Masseme, ne jucatore forte i c'a fatte na bella carriere. Ma queije nclacappellabianchencoccie, n'è Innocenze? Ocociompeise! Scherzeime, ca è 'n braue quatrale pure isse.

Beh Ciau uaijo', ce udeime n'atre nzigne 'npiazze. Ce udeme doppe, dapou, stetue boune.