giovedì 11 novembre 2010

Terremoti, c'è la mappa dei pericoli



SULMONA. Si attesta sul 15% la probabilità che nei prossimi dieci anni accada un terremoto di magnitudo 5.5 (o superiore) in Valle Peligna. Lo ha detto Warner Marzocchi (Istituto di geofisica), ieri al cinema Pacifico, nel convegno sulla prevenzione sismica organizzato da Progetto M6.5.

Il sodalizio è nato per diffondere la cultura della prevenzione sismica e realizzare un modello di «mitigazione del rischio», che renda più sicuro il Centro Abruzzo e riqualifichi la sua immagine.

E, diapositiva dopo diapositiva, è stato ribadito nei vari interventi che la vulnerabilità del territorio peligno è piuttosto alta, così come il suo grado di sismicità. Ma se non si possono prevedere i terremoti con certezza, sicuro è che in una zona sismica 1 (come Sulmona) bisogna saperci convivere. «Qui c'è una sismicità storica incompleta» ha detto Marzocchi, coordinatore del Nuovo progetto S2, sulla pericolosità sismica della conca peligna, «ma sappiamo che i terremoti ci sono sempre stati e sempre ci saranno. In passato anche di magnitudo 10. Per questo la mappa della pericolosità di un territorio serve a dettare le norme agli ingegneri per costruire le vostre case sicure».

Cala il gelo in sala e l'impressione è di essere indietro anni luce. Il professor Konstantino Demartinos del Politecnico di Milano azzarda una proiezione sulle perdite umane e urbane. «Su 3.454 edifici presi in esame, 1.228 in cemento armato e 2.226 in muratura» rivela «i danni maggiori si registrerebbero in centro storico e nella parte nord (vicino la villa comunale), dove ci sono case antiche, col 25% di edifici inagibili in muratura (il 10 per quelli in cemento), l'11% sarebbe sfollato e il 7% con vittime o feriti».

«La metà degli edifici italiani non è a norma sismica», rincara Mauro Dolce, del Dipartimento di Protezione civile, «bisognerebbe punire chi costruisce male».

«Basta con la roulette, facciamo girare la ruota della prevenzione», ha detto Carlo Fontana, fra i promotori dell'iniziativa, assieme a Giuseppe Consorte, che ha aggiunto: «Le risorse ci sono, potremmo reperirne, fra fondi europei, nazionali e regionali, circa 30 milioni».

I Comitati ambientalisti hanno distribuito volantini e ribadito il rischio sismico del metanodotto Snam. In sala sindaci e amministratori di Sulmona, Pratola, Cansano, Raiano e Prezza.

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