martedì 09 giugno 2009 | SULMONA – Almeno mille e cinquecento persone hanno manifestato oggi contro il decreto Bertolaso che ha sancito l’esclusione dei comuni della Valle Peligna da quelli terremotati. Erano anni che non si vedeva una manifestazione così in città. Cartelloni in mano, fischietti e slogan urlati ad alta voce, durante un corteo spettacolare, che a farica entrava nll’anello di piazza Garibaldi. Sono partiti da piazza Tresca e hanno sfilato lungo corso Ovidio, per poi arrivare a piazza XX Settembre. Aprivano le file i gonfaloni dei vari comuni, circa una decina, su 17 in totale dei partecipanti. Poi tutti i sindaci con le fasce tricolore, il presidente della provincia dell'Aquila Stefania Pezzopane e quello della Comunità montana peligna, Antonio Carrara. Tante le persone arrivate da tutta la Valle Peligna e le varie associazioni di categoria. In ultimo, circa una ventina di trattori. Molti anche i lavoratori e i cassintegrati. Assenti gli onorevoli sulmonesi. "Rivogliamo la nostra vita. Non potete toglierci anche quella dopo che ci avete tolto tutto". Lo hanno urlato in tanti sfilando lungo Corso Ovidio a Sulmona tra i palazzi puntellati dopo il terremoto. I segni dello scossone ci sono ancora e sono tanti ed evidenti, anche a 70 chilometri dall'epicentro aquilano. Non è mancata nemmeno qualche contestazione al momento degli interventi dal palco di Piazza XX Settembre, preceduti da un momento di raccolgimento per le vittime del sisma. "E' una manifestazione serena, democratica e civile", ha detto il sindaco di Pratola Peligna, Antonio De Crescentiis, sfilando sotto la statua di Ovidio, "è importante stare tutti insieme aldilà del colore politico per riavere i nostri diritti ed essere inseriti nel cratere dei paesi terremotati. Anche se il nuovo provvedimento deciso dal governo che revoca le poche agevolazioni che avevamo è un ulteriore schiaffo a un territorio già in ginocchio. Un provvedimento che va assolutamente revocato". "Non siamo morti che camminano - ha aggiunto Antonio Carrara, presidente della Comunità peligna - vogliamo solo avere quello che ci spetta di diritto". In coda al corteo hanno sfilato i rappresentanti di Coldiretti e Confagricoltura: una trentina di trattori con i motori accesi hanno fatto sentire tutta la loro rabbia riempiendo gli angoli del centro storico di Sulmona. Dopo la sfilata il corteo si è raccolto in piazza XX Settembre dove il sindaco di Sulmona Fabio Federico, inizialmente oggetto di una contestazione, ha sottolineato: "qui ci sono stati due terremoti, uno fisico e uno economico. Domani andrò in commissione ambiente alla camera e ci andrò senza fascia tricolore, andrò a sbattere i pugni sui tavoli non come sindaco ma come cittadino che vuole riconosciuto un diritto sacrosanto che gli è stato negato". "Questa è una manifestazione importantissima", ha aggiunto la presidente della Provincia dell'Aquila Stefania Pezzopane, "abbiamo fin dal primo momento come Provincia, sostenuto che bisognava riconoscere i Comuni della Valle Peligna tra quelli terremotati e rivendichiamo anche altri strumenti come ad esempio la Zona Franca. Ora serve una svolta da Bertolaso, dal Governo e dalla Regione:gli enti locali sono esausti". Unica voce fuori dal coro il sindaco di Pacentro, Fernando Caparso che si è dissociato dalla manifestazione, pur sfilando tra i partecipanti. "Non condivido assolutamente il modo con cui è stata organizzata la manifestazione che doveva essere al di sopra di ogni colore politico e di ogni strumentalizzazione", ha detto Caparso, "la crisi economica è una cosa vecchia non è dovuta al terremoto che ha solo influito in maniera marginale. E' davvero miserevole attaccarsi a un evento seppur straordinario per giustificare colpe che vanno ricercate nella incapacità degli amministratori di saper programmare lo sviluppo economico del proprio territorio". "L'incapacità è di quegli amministratori che sono incapaci per appartenenza politica di esprimere il proprio dissenso nei confronti di coloro i quali hanno adottato provvedimenti contro la Valle Peligna: cioè il governo Berlusconi compresa l'ultima beffa della revoca delle agevolazioni fiscali. Meritiamo risposte chiare non possono più ignorarci". Ha aggiunto il sindaco di Raiano Enio Mastrangioli. “Serve una risposta chiara e netta – continua – devono dirci sì o no. Questo territorio merita risposte e non di continuare ad essere ignorato impunemente. La compattezza dimostrata con questa manifestazione deve arrivare fino a Roma, per dare forza alle nostre istanze”. “Si è mossa un’intera valle e la cosa non può essere ignorata – ha aggiunto il sindaco di Corfinio Massimo Colangelo – da qui bisogna intraprendere un cammino positivo per la rinascita, anche se finora le premesse mancano”. “È un decreto che esautora gli enti locali da ogni decisione – dice Damiano Verrocchi, segretario della Cgil – in più le risorse economiche arrivano dai fondi Fas per le aree sottoutilizzate, e cioè dallo sviluppo delle regioni del sud. Qui è necessaria una programmazione economica e industriale per ripartire”. “Noi non faremo ricorso al Tar – precisa Mario Recchione, assessore di Campo Giove – dal momento che non abbiamo avuto danni strutturali importanti dal sisma. Ma quello che stiamo patendo, come tutte le località turistiche è il terremoto economico. “Non dobbiamo dividerci – aggiunge Mario Cianfaglione, sindaco di Canzano – in questa fase è importante la coesione fra istituzioni, operatori economici e cittadini per raggiungere gli obiettivi”. “Dobbiamo rientrare nel cratere – afferma Domenico Taglieri, sindaco di Bugnara - anche se speriamo di rientraci prima del ricorso”. Poco prima delle otto, a manifestazione finita, non sono mancate le rimostranze di alcuni cittadini, costretti a lasciare le loro case perchè inagibili. "Io sono una sfollata - ha detto una signora diperata - ora voi tornete nelle vostre case a differenza mia". Federica Pantano |
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