Come un semplice invito ad un matrimonio può trasformarsi in un fantastico viaggio in moto nell’Europa dell’est lungo circa 2700km
Quando ancora i nostri adorati pezzi di ferro sonnecchiavano in garage causa inverno Abruzzese, ci arrivò l’invito del matrimonio dei nostri amici Daniele e Tereza entrambi giocatori professionisti nel volley italiano che hanno deciso di sposarsi ad Ostrava Rep. Ceca. Perché non andare in moto? Cinque Harley e una Ducati… Giallo, Davide, Paolo, Max, Montos ed il sottoscritto Gianluca mercoledì 21 luglio partenza da Raiano (Aq) verso Ancona e imbarco per Zadar (Croazia). Sbarco alle 6,00 del mattino e subito on the road direzione Zagabria e poi verso Maribor attraversando un territorio fantastico nel quale le nuovissime autostrade Croate e Slovene riescono ad integrarsi alla perfezione. L’ingresso in Austria è ancora caratterizzato dal verde, da boschi e torrenti davvero splendidi. Dopo aver percorso circa 680km, la prima giornata si conclude a Rust 70 km a sud di Vienna. Giovedì si riparte presto, contando di arrivare ad Ostrava nel primo pomeriggio ma come in ogni buon viaggio che si rispetti ci scappa una foratura del softail del buon Montos.
5 ore fermi nella periferia di Bratislava per cercare una introvabile camera d’aria…..
Risolto il problema proseguiamo ed entriamo in territorio Ceco, dominato da un paesaggio piuttosto piatto e da una terribile autostrada desolata fatta a scalini, un massacro per le nostre schiene. In serata l’ingresso in una semi desertica Ostrava e il ricongiungimento con gli altri amici. Il tachimetro segnava 350km. I successivi due giorni li abbiamo trascorsi in uno splendido residence nel bosco isolato da tutto. Lunedì 26 ancora una leggera pioggerellina accompagna la ripartenza. Direzione Budapest ma questa volta all’ autostrada preferiamo la statale che si insinua tra i boschi dei monti Carpazi in Slovacchia. Piccoli villaggi in legno, gente per strada con carretti, animali al pascolo, mega fabbriche arrugginite ed abbandonate tipo scenario di un film di Quentin Tarantino. Sosta pranzo in una sperduta locanda dove siamo riusciti a capire solo Gulash, rivelatosi ottimo ed molto economico. Lungo la strada pattuglie di polizia ci salutavano con la paletta, così come allegramente gli abitanti del posto salutavano il nostro passaggio. Tardo pomeriggio arrivo a Budapest e pernotto in un singolare “hostel per bikers” dove incontriamo un motociclista neozelandese il quale 3 mesi prima era partito dalla corea del nord, attraversato la Russia con le sue autostrade in ghiaia e poliziotti estorsori e avrebbe proseguito fino a Parigi in solitaria……
(a dimostrazione che c’è sempre qualcuno che c’è l’ha più grosso del tuo)
Martedì 27 usciti a fatica da Budapest costeggiamo il lago Balaton percorrendo tutta l’Ungheria su una strepitosa strada, lunga dritta e con traffico zero e la mente non ha resistito ad un parallelo con le agoniate highway americane. Trascorsi circa 700km in uno dei tramonti più belli che abbia mai visto circondato dai miei amici e dalla libertà che solo un bicilindrico americano sa regalarti, giungiamo nella bella e turistica Zadar per trascorrere l’ultima notte prima di rimbarcarci per l’Italia.
Man mano che la costa del bel paese si avvicinava vedevo negli occhi dei ragazzi crescere quel’inevitabile nostalgia di quei giorni appena passati e una tragica consapevolezza del ritorno alla quotidianità. C’è chi passa la vita a parlare di ciò che gli sarebbe piaciuto fare, altri invece hanno il giusto entusiasmo per farle le cose. Non serve parlare cento lingue, neanche essere milionari ne tantomeno avere dei mezzi di trasporto perfetti per girare il mondo, ma solo il giusto spirito.
Gianluca “Kemio” Peluso 14/08/2010
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