Giostre vietate al bambino down
. RAIANO. Quella che doveva essere una giornata all'insegna del divertimento nel parco giochi di «Gardaland» si è trasformata in un percorso di discriminazione e rabbia. Un trattamento particolare riservato alla famiglia di un bambino down di 11 anni residente a Raiano. Per lui ingresso diverso, giostre vietate e una cartina delle informazioni specifica per i portatori di handicap. Le attenzioni verso la famiglia sono partite nel preciso istante in cui il personale di servizio a «Gardaland» ha notato i tratti somatici del bambino, affetto dalla sindrome di Down. «Avevamo appena fatto i biglietti» ricordano i genitori Ezio e Marilena Falconio «e ci apprestavamo ad entrare. Ma quando gli addetti hanno visto mio figlio, ci hanno invitato a recarci in una altro ingresso per rimborsarci i soldi del biglietto e dotarci di una cartina specifica dove sono indicate le giostre vietate ai disabili». Una richiesta fatta con i guanti bianchi dal personale in servizio nel grande parco giochi di Castelnuovo del Garda. Sorrisi e modi affabili che però non sono serviti a far dissipare lo sgomento dalla famiglia raianese. «Pur se gentili» ricorda papà Ezio «il comportamento degli uomini di servizio all'ingresso principale ci ha fatto sentire come persone diverse. Giudicate sulla base di un tratto somatico e invitate a prendere precauzioni. Il rimborso, poi, non lo abbiamo chiesto e forse è stato un modo per avvicinarci e consegnarci la guida». Una doccia fredda dunque arrivata insieme ad una cartina dove sono indicati i diversi tipi di disabilità e le specifiche giostre a loro riservate. A quel punto però tornare indietro sarebbe stato ancor più triste per i figli della coppia, così la famiglia, facendosi coraggio, ha varcato comunque i cancelli di Gardaland. «Dentro il parco» ricorda papà Ezio «andavamo in giro con due cartine: una valida per tutti e l'altra per nostro figlio down. Una cosa che ci ha espropriato anche della nostra dignità di genitori. Ad esempio per mio figlio, che non è cardiopatico, sono state vietate specifiche giostre perché non adatte a chi soffre di cuore. Ma loro che ne sanno se mio figlio soffre di cuore o meno, se è claustrofobico o epilettico? La verità è che non hanno nessuna sensibilità verso i disabili e si limitano a fare dei divieti generali che non tengono conto della persona, ma solo dell'handicap». Una contraddizione esplosa in modo eloquente davanti ad una giostra chiamata «Ortobruco». Questa giostra - una sorta di monorotaia che si solleva di qualche metro di altezza girando per il parco - è tra quelle vietate alle persone diversamente abili. «Mio figlio» racconta mamma Marilena «voleva salire su questa giostra simile a quelle da lui frequentate nelle feste di paese. Oppure avrei potuto accompagnarlo io, ma invece c'era il divieto. Così ho dovuto spiegargli che non potevamo salire, cosa che lo ha colpito molto e soprattutto ha creato notevole imbarazzo nell'altro mio figlio di 14 anni, che ha sofferto molto per il fratellino durante tutta la permanenza nel parco». Una situazione che si è poi ripetuta in diverse altre attrazioni. Ad esempio nella casa degli orrori, dove il bimbo non è potuto entrare perché era buio e quindi poteva essere claustrofobico. Ancora niente giostra di Peter Pan e niente giochi "adrenalinici". Quanto accaduto alla famiglia Falconio il 30 agosto scorso non è comunque un episodio isolato. Infatti il Centro si è occupato di un altro caso di discriminazione capitato alla famiglia del magistrato pescarese Aldo Aceto, padre di una bambina down. Anche in questo caso alla figlia down di Aceto fu vietato di salire su delle giostre.
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