mercoledì 13 maggio 2009
Sismologi concordi: «il 6 aprile terremoto impressionante»
L’AQUILA. «Questo terremoto è stato qualcosa di impressionante. Questa commissione sta lavorando sugli aspetti scientifici di una scienza che e' in forte evoluzione».
Questa mattina il pool di sismologi arrivati ieri a L’Aquila hanno partecipato ad una conferenza stampa. La commissione farà una relazione finale in cui saranno contenuti tutti i dettagli che descrivono lo stato dell'arte delle conoscenze in questo ambito e la consegnarà alla Protezione civile.
A capo del gruppo degli esperti internazionali c’è Tom Jordan, del Southern California Earthquake Center.
Gli scienziati hanno anche confermato che la magnitudo della scossa delle 3.32 è stata di 5.8 della scala Richter, e non superiore al sesto grado, come ipotizzato negli ultimi giorni da qualche quotidiano che sosteneva anche la volontà di qualcuno di nascondere la reale intensità per non coprire i costi della ricostruzione al 100%.
«La magnitudo locale - ha detto Warner Marzocchi, dirigente di ricerca dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia - e' utile perche' puo' essere stimata in tempi rapidissimi e quindi comunicata alla Protezione civile da' un ordine di grandezza del tipo di terremoto che c'e'. La magnitudo momento ha concluso Marzocchi - richiede molti piu' calcoli, molto piu' tempo e spesso viene utilizzata piu' per scopi scientifici che pratici, quindi non c'e' nessuna stranezza. La magnitudo che ha devastato l'Aquila e' stata di 5.8 della scala Richter, la magnitudo locale e' quella ufficiale».
«La cosa abbastanza chiara»,ha continuato il dirigente di ricerca dell'Ingv, «è che dagli accertamenti fatti e' che comunque nelle aree dell'Aquila sono state registrate delle accelerazioni fino a 0,5-0,6 G, molto elevate rispetto a quello che ci si potesse aspettare e questo e' dovuto alla combinazione sia della sorgente sia dell'amplificazione dovuta alla particolare geologia del sito».
La forte accelerazione, come ha spiegato il tecnico «ha causato un incremento dei danni rispetto a quello che ci si sarebbe potuto attendere. Occorre fare un'analisi accurata di quanto l'acelerazione e' stata determinante nei danni e quanto invece e' stato dovuto alle caratteristiche costruttive dell'edificio».
«La particolarità di questo terremoto», ha evidenziato invece Paolo Gasparini, professor di geofisica all'Università Federico II di Napoli, «è anche che l'Aquila e' vicina alla faglia, quindi ci sono anche degli effetti di campo vicino che e' molto difficile tenere in considerazione prima che l'evento accada e tutto ciò crea delle difficoltà».
Si è toccato, come prevedibile, anche l’argomento della previsione dei fenomeni sismici.
La previsione, secondo Jordan «deve essere in grado di specificare il luogo, il momento, e quanto grande sarà l'evento in modo da dare alla Protezione civile una certezza con la quale può prendere determinate azioni. Quando invece si sa alle previsioni probabilistiche bisogna tenere conto di due possibili errori: il primo la mancanza di previsione di un evento sismico, il secondo i falsi allarmi. Alcune volte la probabilità aumenta senza che in realtà nessun evento sismico avviene».
Secondo l'esperto «avere dei modelli che producono un elevato numero di falsi allarmi sono per ora di scarsa utilità per prendere delle decisioni importanti. Scopo della Commissione e' fornire uno sguardo oggettivo di quello che e' lo stato attuale delle conoscenze nella previsione deterministica e nella previsione probabilistica».
Jordan ha anche chiarito che «allo stato attuale in nessuna parte del mondo esistono metodi per prevedere deterministicamente i terremoti».
Per quanto riguarda lo sciame sismico che continua gli studiosi sono stati concordi nel dire che è una situazione normale.
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